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CRETE SENESI E VAL D'ORCIA

Le Crete Senesi sono la zona a sud-est della città di Siena, che include i territori comunali di Asciano, Buonconvento, Monteroni d'Arbia, Rapolano Terme, Montalcino e Trequanda, tutti in provincia di Siena.

Il nome deriva dall'argilla, o creta, presente nel terreno, che dà al paesaggio il caratteristico colore grigio-azzurro e un'apparenza spesso descritta come lunare. Questa argilla caratteristica, mista a salgemma e gesso, detta mattaione, rappresenta i sedimenti del mare del Pliocene che copriva l'area tra 2,5 e 4,5 milioni di anni fa.

Il paesaggio è caratterizzato da colline brulle e dolcemente ondulate, querce e cipressi solitari, i poderi isolati in cima alle alture, tratti di bosco negli avvallamenti, i fontoni che raccolgono l'acqua piovana.

Tipiche conformazioni del terreno sono i calanchi, le balze e le biancane.

La Val d'Orcia si estende dalle Crete a sud di Siena fino al Monte Amiata. Le  colline coltivate prevalentemente a vigneto sono popolate da piccoli paesi e cittadine come Pienza e Montalcino; i suo paesaggio e' stato rappresentato in opere d'arte dal Rinascimento fino ad oggi.

All'interno della Val d'Orcia la striscia di terra che segue il fiume Orcia costituisce le zonee DOCG del Brunello di Montalcino e del Vino Nobile di Montepulciano

INFORMAZIONI SUGLI ITINERARI

Vi suggeriamo di visitare le Crete Senesi e la Val D'Orcia in due o piu' escursioni, in particolare se si desidera fermarsi a visitare le cantine o passare del tempo nei bagni termali. I nostri itinerari consigliati sono "Crete, Pienza e i Bagni Termali" e "La Strada del Brunello";  tuttavia per coloro che hanno poco tempo, proponiamo "L'itinerario breve della Val D'Orcia" con una selezione di localita' da visitare in un giorno.

Per camminate o percorsi ciclabili far riferimento alla "Via Francigena".

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SAN QUIRICO, BAGNI VIGNONE, BAGNI SAN FILIPPO, MONTEPULCIANO, PIENZA, MONTE OLIVETO

MONTALCINO, SANT'ANTIMO, POGGIO ALLE MURA, CANTINE DEL BRUNELLO

ITINERARIO BREVE DELLA VAL D'ORCIA

(ALTERNATIVA AI PRIMI DUE)

MONTE OLIVETO, SAN GIOVANNI D'ASSO, PIENZA, BAGNO VIGNONI, MONTALCINO

VIA FRANCIGENA

A PIEDI E IN BICICLETTA

LE CRETE, PIENZA E I BAGNI TERMALI

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SAN QUIRICO, BAGNI VIGNONE, BAGNI SAN FILIPPO, MONTEPULCIANO, PIENZA, MONTE OLIVETO

BUONCONVENTO

Il nome deriva dal latino "Bonus Conventus" luogo felice, fortunato.

I primi cenni storici si hanno intorno al 1100. Nel 1313 l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, che era sceso in Italia per restaurarvi l'autorità imperiale, mori' avvelenato in questa localita'. 

La costruzione delle mura iniziò nel 1371. È il centro più importante della Val d'Arbia, testimoniato anche dalla podesteria. Con la caduta della Repubblica di Siena, nel 1559 entra a far parte del Granducato di Toscana sotto i Medici.

Il Museo di arte sacra della Val d'Arbia ospita opere provenienti dalle chiese della Val d'Arbia di molti dei principali artisti della tradizione pittorica senese come Duccio, Pietro Lorenzetti, Andrea di Bartolo, Matteo di Giovanni, Alessandro Casolani, Simondio Salimbeni.

Buonconvento

SAN QUIRICO D'ORCIA

Nel più antico libro dell’Europa Occidentale, il Liber Linteius Zagrabiensis del III secolo prima di Cristo, si racconta di una località chiamata Ena e di una confraternita che qui operava. Ena  è l’antico nome di San Quirico D’Orcia. Nel Medioevo San Quirico raggiunge il massimo splendore come luogo di passaggio dei mercanti umbri diretti a Firenze e dei pellegrini di passaggio lungo la Via Francigena.

Il monumento religioso più importante è la Collegiata, magnifico esempio di edificio romanico con tre portali in tre stili differenti. Il primo portale è romanico in pietra arenaria e travertino, il secondo è decorato, il terzo è un incrocio tra il romanico e il gotico. L’interno è a una navata e l’opera più pregevole è lo splendido polittico di Sano di Pietro. Raffigura a Madonna col Bambino, gli angeli e i santi (fra i quali san Quirico) su uno sfondo dorato.

Notevoli anche la Chiesa di San Francesco e l’Ospedale di Santa Maria della Scala. Merita una visita il “Giardino delle Rose” con la Chiesa di Santa Maria Assunta, una magnifica pieve romanica con uno straordinario gioco di luci all’interno. Tra le architetture civili spiccano Palazzo Chigi e gli Horti Leonini, splendido esempio di giardino all’italiana.

San Quirico D'Orcia

BAGNI VIGNONI

Al centro del borgo di Bagni Vignoni si trova la "piazza delle sorgenti", una vasca rettangolare, di origine cinquecentesca, che contiene una sorgente di acqua termale calda e fumante che esce dalla falda sotterranea di origini vulcaniche. Fin dall'epoca degli etruschi e poi dei romani - come testimoniano i numerosi reperti archeologici - le terme di Bagno Vignoni sono state frequentate da illustri personaggi, come papa Pio II, Caterina da Siena, Lorenzo de' Medici e tanti artisti che avevano eletto il borgo come sede di villeggiatura.

Le acque che fuoriescono dalla vasca termale si dirigono verso la ripida scarpata del Parco naturale dei Mulini; vi si trovano quattro mulini medievali scavati nella roccia che furono importanti per l'economia locale in quanto la perenne sorgente termale garantiva il loro funzionamento anche in estate, quando gli altri mulini della zona erano fermi a causa dei fiumi in secca.

Bagni Vignoni

BAGNI SAN FILIPPO

Posto alle pendici del monte Amiata e storicamente nota per le sue acque curative, Bagni San Filippo ha uno stabilimento termale dotato di piscina e centro benessere e un'area libera, chiamata Fosso Bianco, un torrente immerso nel bosco dove confluiscono diverse sorgenti di acqua calda in un susseguirsi di “pozze” (vasche) dove è possibile fare il bagno tutto l'anno e ammirare le particolari concrezioni di carbonato di calcio, che per le suggestive forme hanno ispirato diversi nomi come "La balena bianca".

Già noti ai Romani, i Bagni San Filippo si trovano in una zona di grande interesse paesaggistico e naturalistico. I Bagni furono ristrutturati nel 1566 per volontà di Cosimo I de' Medici. Nel tempo furono frequentati da illustri personaggi appartenenti alla famiglia de' Medici, come Lorenzo il Magnifico, che vi si recò nel 1485, e il Granduca Ferdinando II, che tentò, nel 1635, di liberarsi da un persistente "mal di capo".

Bagni San Filippo
Bagni San Filippo

MONTEPULCIANO E SAN BIAGIO

Di antica e lunga storia, Montepulciano ha origini dal popolo degli Etruschi a partire dal IV secolo a.C.

Ha notorietà anche per la ricchezza di ottimi vigneti, dai quali si ricava il Vino Nobile di Montepulciano DOCG.

Di origine etrusca e fondata, secondo la leggenda da Porsenna, Lucumone di Chiusi; alcuni documenti e reperti rinvenuti in Fortezza, ne fanno risalire l'esistenza già al IV-III secolo a.C.

Dagli inizi del Quattrocento a metà del Cinquecento, Montepulciano ebbe il proprio periodo aureo, scandito da stabilità politica, prestigio culturale, fioritura artistica.

Il XV secolo fu l'epoca dell'umanista Bartolomeo Aragazzi, segretario apostolico di Papa Martino V e del poeta Angelo Poliziano. Un eccezionale fervore edilizio contrassegnò il XVI secolo: architetti quali Antonio da Sangallo il Vecchio, Jacopo Barozzi detto Vignola, Baldassarre Peruzzi, Ippolito Scalza eressero sontuose dimore patrizie, splendide chiese e diversi punti del centro urbano furono abbelliti.

Dal 1559, con la sottomissione di Siena al principato mediceo, Montepulciano perse parte della rilevanza strategica e politica passata, ma mantenne il prestigio.

Il Bruscello Poliziano si ripete ogni anno, a partire dal 1939 nel mese di agosto, sul Sagrato della Cattedrale, in piazza Grande.

Il Bruscello, è una forma di teatro popolare e contadino, tipicamente toscano, recitato e cantato da attori non professionisti ed è una rappresentazione a volte epico-drammatica, a volte farsesca di episodi della vita di tutti i giorni, creati da immaginazioni popolari o da fatti realmente accaduti; della storia o della letteratura.

Il Bravìo delle Botti (trae le sue origini nel XIV secolo) è la sfida che si disputa ogni anno a Montepulciano tra le 8 Contrade di Montepulciano (Cagnano, Collazzi, Gracciano, Le Coste, Poggiolo, San Donato, Talosa, Voltaia), l'ultima domenica di agosto in onore del santo patrono, San Giovanni Decollato.

La chiesa di San Biagio e' un eminente esempio dell'architettura rinascimentale toscana del XVI secolo; sorge poco fuori il centro storico della città, in una posizione isolata.

L'edificio, summa degli studi rinascimentali sulla pianta centralizzata a croce greca applicata agli edifici di culto cattolici, fu realizzata da Antonio da Sangallo il Vecchio. La stessa pianta, derivata da alcune opere di Filippo Brunelleschi, venne applicata al progetto originario di Bramante e Michelangelo Buonarroti per la basilica di San Pietro.

 

Montepulciano
San Biagio

PIENZA

In principio era Corsignano – da IX al XII secolo dipendeva Dall’abbazia del monte Amiata, a metà ‘200 fortificato da Siena che lo reputava strategico nel suo territorio. A mutarne il destino urbanistico ed il nome in Pienza (città di Pio) fu Enea Silvio Piccolomini, papa con il nome di Pio II. Nel 1459 progettò di trasformare l’antico borgo in residenza papale. Al seguito di Pio II viaggiava Leon Battista Alberti architetto. Dalla comunione dei due eccelsi spiriti nacque la splendida esperienza di questo organismo urbano, rimasto come uno dei più riusciti esempi di progettazione spaziale quattrocentesca. Leon Battista  Alberti suggerì al papa di affidare il progetto e la direzione dei lavori all’architetto fiorentino Bernardo Rossellino, che interpretando la lezione albertiniana , progettò di innestare armonicamente il nuovo spazio rinascimentale sul preesistente tessuto medioevale.

A partire dalla piazza Pio II attorno alla quale si raccolgono i principali edifici, celebrazione del potere papale, in pochi anni fu creato un preciso ordinamento gerarchico con i palazzi destinati ai cardinali aggregati alla corte. Ma la città dei Piccolomini comprese nel progetto dodici case del popolo, costruite con fondi papali, secondo una concezione per l’epoca rivoluzionaria.

Tessuti in lino o in canapa, le cui piante provengono dai campi coltivati nelle pianure della Val di Chiana. Il disegno a diamante che troviamo nella tradizione di molte corti europee: veniva realizzato a Siena già nell’alto medioevo all’imbocco della via Cassia prima e via Francigena poi. Il nome tela di Pienza deriva dal fatto che detta via conduceva all’omonimo borgo. Alcune immortali testimonianze di questo disegno si possono ammirare nelle opere pittoriche medievali, quali il Cenacolo di Duccio da Boninsegna e nel chiostro di Monteoliveto Maggiore.

Pienza

SAN GIOVANNI D'ASSO

Il paese medievale di S.Giovanni d'Asso sorge nel cuore del territorio delle Crete Senesi e del tartufo bianco.

Posto sopra un colle a 310 metri di altezza, l'antico castello domina da una balza di creta digradante sul versante destro valle del torrente Asso e il centro abitato, bel borgo medievale. Il sito fu per primo abitato dagli Etruschi e nel Medio Evo divenne feudo di vari funzionari imperiali di stanza in Toscana. A partire dal 1200 San Giovanni d'Asso stato dimora di numerose famiglie signorili senesi - Buonsignori, Salimbeni, Petroni - che nel 1313 intrapresero importanti lavori di ampliamento.

Ospitato nei suggestivi sotterranei di un antico castello ha oggi sede Il Museo del Tartufo di San Giovanni d’Asso, il primo museo italiano dedicato a questo prezioso frutto della terra. 

San Giovanni D'Asso

ABBAZIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE

Seguaci dell'ordine dei benedettini, gli olivetani fondarono il loro monastero nel 1313. Il beato Bernardo Tolomei (1272-1348) costituì una comunità religiosa con il nome di Congregazione di Santa Maria di Monte Oliveto, sull'omonimo monte a metà strada tra Siena e Arezzo. Nel 1319 la fondazione ricevette l'approvazione dal vescovo di Arezzo Guido Tarlati e venne inserita nella regola benedettina; l'anno successivo iniziò la costruzione del monastero e nel 1344 la Congregazione olivetana ricevette la conferma da papa Clemente VI. I suoi membri si dedicavano principalmente alle arti al servizio della liturgia. A metà Seicento c'erano sei monasteri olivetani in Toscana. Con la bolla del 18 gennaio 1765, Monte Oliveto Maggiore fu eretto in abbazia nullius da papa Clemente XIII.

È situata su un'altura a dominio delle Crete senesi all'interno di un bosco di cipressi, querce e pini, è uno dei più importanti monumenti della Toscana sia per l'importanza storico-territoriale che per l'elevato numero di opere d'arte in essa racchiusa.

Si accede al monastero tramite un palazzo medievale in mattoni rossi, raggiunto percorrendo un ponte levatoio e sovrastato da una massiccia torre quadrangolare dotata di barbacani e merlature. La costruzione di questo edificio, adibito a porta d'ingresso fortificata del monastero, fu iniziata nel 1393, per terminare nel 1526 ed essere poi seguita da un restauro nel XIX secolo. 

Il chiostro grande, il primo dopo l'ingresso, è a pianta rettangolare e venne realizzato tra il 1426 e il 1443.

Le pareti delle quattro gallerie al pian terreno sono interamente dipinte con gli affreschi delle Storie di San Benedetto, realizzati da Luca Signorelli e Antonio Bazzi detto Il Sodoma. Si tratta di una delle più importanti testimonianze della pittura italiana dell'epoca rinascimentale.

Gli affreschi del Signorelli sono otto e vennero realizzati nel 1497-98. I restanti sono del Sodoma e vennero realizzati dal 1505 in poi.

Dal chiostro di mezzo per una scala si accede al primo piano. Sulla prima rampa è posto l'affresco del Sodoma dell'Incoronazione di Maria; sulla seconda rampa l'affresco di ignoto raffigurante la Deposizione.

Monte Oliveto Maggiore
Monte Oliveto Maggiore
Monte Oliveto Maggiore

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